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Dallo studio della fisica fondamentale tramite macchine acceleratrici, all'osservazione dell'Universo, allo sviluppo di tecnologie per applicazioni biomediche.
L'Istituto, che ha una lunga tradizione di studi nel campo della fisica nucleare, subnucleare e astroparticellare, presenta esperimenti e dispositivi di nuova generazione frutto di avanzate ricerche e di una proficua collaborazione con il mondo dell'industria.
L'esposizione INFN per quest'edizione di ERA è integrata con materiale relativo alle attività di ricerva e sviluppo operate dall'Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare (CERN) di Ginevra, presso la quale l'INFN svolge importanti ricerche in fisica fondamentale.
È in mostra a ERA un blocco di Aerogel, di dimensioni uniche al mondo, la cui realizzazione, per l'esperimento Lhc-b che si effettuerà al CERN, è stata cofinanziata dall'INFN. Materiale leggero e trasparente, costituito essenzialmente di silicio, può trovare applicazione anche come isolatore termico in aeronautica. Nella missione Stardust della Nasa, l'Aerogel è stato impiegato per catturare campioni cometari e polveri stellari.
Apparati tipici della fisica delle particelle elementari, quali il piano di rivelatori al silicio in mostra ad ERA, vengono installati a bordo di palloni stratosferici, satelliti e stazioni spaziali per rivelare in modo diretto i segnali provenienti dal cosmo.
Il rivelatore in esposizione è già stato utilizzato in diversi voli su pallone stratosferico, organizzati dalla Sezione INFN di Trieste.
Una sofisticata strumentazione composta da un casco e un rivelatore di particelle permette, invece, di identificare il tipo e l'energia dei raggi cosmici che causano, agli astronauti in orbita, la visione di lampi di luce. Tramite un joystick l'astronauta registra il momento della percezione del lampo di luce e un computer acquisisce i dati raccolti.
Al pubblico di ERA viene inoltre proposto uno dei filtri meccanici del superattenuatore di Virgo, l'innovativo rivelatore di onde gravitazionali inaugurato lo scorso luglio.
Infine l'INFN presenta un prototipo per un rivelatore di silicio che, attraverso l'utilizzo delle tecniche di fisica delle particelle, potrà permettere un'innovazione negli esami mammografici al seno.